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Tassi bassi e QE, l’eredità di Draghi rovescia il mondo dei risparmiatori

Sta calando il sipario sull’epoca di Draghi alla guida della BCE, e quello che il banchiere italiano ci lascia in eredità sono tassi bassi e un nuovo round di Quantitative easing. Ma soprattutto – e non per colpa sua – ci lascia una situazione capovolta rispetto alle abitudini: chi presta soldi deve pagare per farlo, chi si indebita riceve un premio.



L’epoca dei tassi bassi che rovesciano le abitudini

tassi e draghiSuccede proprio questo. I titoli di Stato dei maggiori paesi della Eurozona, ovvero Germania, Francia, Olanda e Svizzera, hanno tassi di interessi negativi su tutte le scadenze, persino quelle lunghissime (le trentennali). Ad esempio, per un BUND annuale (uno dei prodotti finanziari più sicuri al mondo) lo Stato tedesco si fa, ad esempio pagare, lo 0,6%. Chi oggi ne acquista 1.000 euro, tra 12 mesi ci si vedrà restituire 994 euro.



Penserete: “E chi li comprerebbe mai?“. E invece si comprano eccome, tanto che l’OBV – On Balance Volume – ovvero un indicatore della pressione da parte di chi compra – è sempre molto elevato. Anche i titoli del Tesoro a breve “made in Italy” hanno interesse negativo. Significa che anziché prendere denaro, loi devo pagare. Lo stesso accade anche per alcune obbligazioni societarie, e una pratica simile comincia ad essere praticata anche sui depositi dei correntisti.


Il nuovo meccanismo…

Anche se pare una cosa folle, le ragioni ci sono. Si vuole spingere le banche a prestare denaro, e gli individui a impiegare i propri risparmi anziché tenerli conservati, visto che i tassi non remunerano più i depositi. E possibilmente, indirizzarli verso le società anziché verso i titoli di Stato. Si cerca quindi quella situazione ideale nella quale le banche prestano soldi, le aziende investono e i consumatori consumano.


…e cosa cambia per il risparmiatore

Dal punto di vista del singolo cittadino, questo cosa comporta? Un rovesciamento di prospettive. Tenere fermi i soldi significa farseli erodere dai tassi negativi. Investirli? Di sicuro sì, ma bisogna armarsi di santa pazienza perché se si vuole ottenere qualche guadagno significativo, bisogna comprare prodotti più rischiosi come azioni oppure obbligazioni dei paesi emergenti e/o di società finanziariamente meno solide (bond high yield). Bisogna scordarsi invece il rifugio sicuro dei titoli di Stato. Una volta si compravano Btp e si dormivano sonni tranquilli per 5 o 10 anni. Oggi no, bisogna imparare come fare trading online, e cambiare prospettive su rendimenti e rischi.

Nel mondo rovesciato in cui chi presta soldi deve pagare per farlo, chi si indebita riceve un premio, bisogna pensare alla rovescia. I bond diventano azioni, le azioni sono obbligazioni. Per cui il guadagno dei titoli di Stato  deriva dall’eventuale aumento del valore del titolo, come fossero azioni. Il guadagno delle azioni deriva invece dai dividendi, come se fossero cedole di titoli di Stato.

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