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Sistema bancario e crisi da Covid

Lo scenario delineato dal problema Covid non è certo dei più incoraggianti. I casi sono in calo ma non si sono ancora considerati gli effetti economici che i blocchi sul sistema produttivo hanno prodotto. Chiusure complete o a spot, hanno di fatto fermato molte attività.

La conseguenza di questi blocchi è presto detta, le piccole imprese e non solo, potrebbero avere in futuro grandi problemi di liquidità e questo si traduce nella impossibilità di pagare i debiti contratti con le banche. La vulnerabilità del tessuto delle imprese cresce di giorno in giorno, la loro crescita potrebbe mettere in seria difficoltà il sistema bancario.

Nonostante durante la stagione estiva ci siano stati segnali di ripresa, legati al comparto turistico e non solo, con conseguente aumento del numero di persone che si sono spostate da un luogo ad un altro, la strada per garantire e fare in modo che  il tessuto di imprese riesca a sopravvivere alla pandemia e rimanga sano è ancora lunga.

Da una parte si respira grande ottimismo, soprattutto dopo le notizie molto incoraggianti sull’immissione verso gennaio di un vaccino che dovrebbe essere efficace nel combattere il Covid. Tutto questo però non è sufficiente secondo il vicepresidente della Bce Luis De Guintos.

La strada per una ripresa e una ripartenza del mondo aziendale è ancora lunga, i prossimi mesi saranno decisivi e come sempre le autorità dei vari governi, saranno chiamate e prendere decisioni scomode e difficili legate alla diffusione del Covid e ai danni economici che sta creando.

I Paesi come l’Italia e non solo, tutta quella fascia di nazioni che ha puntato nella gestione dell’emergenza Covid a attuare misure come moratorie, su aiuti diretti, e rinvio di scadenze fiscali, sono quelli più esposti nel 2021 a un rischio oggettivo di shock finanziario.

Questo sarebbe determinato nel 2021 da un eventuale improvviso calo di misure a sostegno pubblico. In Italia in modo particolare, l’improvviso calo a cui potrebbero essere soggetti le moratorie attualmente applicate sui prestiti, degli schemi legati alla cassa integrazione e degli aiuti diretti, si tradurrebbe in un calo sostanziale dei meccanismi a sostegno dell’economia.

Ricordiamoci che l’Italia esce fuori da un periodo molto difficile, già il primo lockdown aveva di fatto messo in difficoltà tutto il sistema di piccole aziende di natura individuale o con poche persone all’interno che sono l’ossatura stessa del sistema economico italiano.

In seguito al primo blocco, molte aziende avevano avuto grandi difficoltà a riaprire e per mesi si sono trovate in difficoltà. Infatti dobbiamo ricordarci che l’effetto psicologico del Covid e le paure instillate nelle persone in seguito alle notizie riportate in maniera ossessiva sulle varie fonti di informazione, hanno di fatto mutato molte abitudini.

Per mesi le persone hanno evitato di recarsi fisicamente nei negozi, scegliendo magari acquisti online, meno rischiosi dal punto di vista psicologico e non esposti e eventuali rischi di contagio. Quindi in futuro i problemi di liquidità del mondo aziendale, potrebbero trasformarsi in problemi di solvibilità per il comparto delle banche.

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