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Mercati emergenti costretti a pagare il prezzo più alto per la guerra dei dazi USA-Cina

La guerra commerciale riguarda USA e Cina come attori principali, ma in fin dei conti coinvolge tutta l’economia globale. E come spesso succede, a pagare il prezzo maggiore sono quei paesi che già se non la passano bene, ovvero le economie emergenti.

Il rischio grosso per le economie emergenti

mercati emergentiLa maggior parte delle economie emergenti sono legate alle richieste di materie prime e all’afflusso di capitali stranieri. Ma quando la crescita globale arranca, la produzione rallenta e anche la richiesta di materie prime. La loro macchina economica delle emergenti quindi si ingolfa e il motore non gira più. E i capitali anziché arrivare se ne scappano. Sta accadendo proprio questo.

Sulle Borse delle principali piazze, maggio è stato il peggiore da 8 mesi a questa parte. Non è andata certo meglio alle rispettive valute, che hanno subito una grande retrocessione, cancellando buona parte dei precedenti guadagni maturati nei primissimi mesi del 2019. Ci sono tanti esempi eclatanti in questo senso. Basta vedere il cambio Dollaro Lira, il Dollaro Real, L’Euro Zar oppure il cambio Euro Try. Ad aggravare la situazione, in alcuni casi è il contesto politico. Basta pensare a Brasile e Sudafrica, paesi in cui servirebbero delle riforme che però tardano ad arrivare. I mercati sono spietati, non hanno pazienza e se le cose promesse non arrivano, puniscono subito.

Tutto dipende da Cina e USA

Se un colosso dell’analisi di mercato come Morgan Stanley ha assunto una posizione pessimistica, un motivo ci sarà. La banca d’affari newyorkese ha applicato la tecnica di Gann a questi mercati, ed ha concluso che i rischi sul breve termine sono al rialzo per i mercati emergenti, e che la situazione potrebbe volgere al peggioramento. Infatti anche se tra Washington e Pechino il clima si sta tutt’altro che rasserenando, molti investitori sono ancora convinti che faccia tutto parte di una tattica negoziale per ottenere concessioni l’uno dall’altro, e che al prossimo G20 potrà esserci un accordo. Questa view molto fiduciosa, rischia però di mandare all’aria tutto il castello nel caso in cui il clima dovesse ulteriormente peggiorare.

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