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Crescita economica, la Cina dovrà imparare a fare i conti con una cruda realtà

Per qualsiasi paese una crescita economica di oltre il 6% annuo sarebbe roba da leccarsi i baffi, ma per la Cina questo numero è motivo di forte preoccupazione. E’ la chiara dimostrazione che ogni economia ha i suoi numeri, le sue caratteristiche e… anche le sue crepe sistemiche.

Pechino e la crescita economica

crescita economica cineseBisogna immaginare l’economia cinese come una Ferrari. E’ strutturata per andare fortissima, e se la marcia è a 50 km orari il motore piange. E adesso, dopo quattro decenni di la crescita economica assurda, sta succedendo proprio questo: il paese del Dragone continua a correre, ma lo fa ad un passo lento. E quando rallenta, mostra tutte le sue crepe.



Se la causa scatenante della frenata è la guerra dei dazi con gli USA, ci sono dei fattori frenanti di tipo endogeno che vanno considerati. Ad esempio, l’enorme mole di debito che viene costantemente creata. Le amministrazioni locali sono spendaccione oltre ogni limite, mentre il governo centrale non si pone limiti se deve indirizzare i denari là dove sono richiesti. Proprio per questo motivo, la Banca Mondiale ha esortato la Cina a migliorare l’allocazione delle risorse, perché altrimenti il tasso di crescita economica – che oggi è al 6,2% – potrebbe incappare in una RSI failure swing e scendere all’1,7% entro il 2030.

I fattori di crisi del modello economico cinese

Il modello economico cinese ha esaurito la sua spinta, perché i vecchi motori della crescita – come la enorme forza lavoro disponibile, la migrazione dalle campagne alle megalopoli e l’apertura verso gli investimenti esteri – non sono più utilizzabili. Hanno cominciato a comparire sacche di disoccupazione, le città sono ormai sature e gli investimenti esteri preferiscono delocalizzare nel vicino Vietnam. Insomma, la svolta sistemica è in corso, e la Cina deve necessariamente prenderne atto.



Va detto che secondo la Banca mondiale, anche se ci fosse una riforma profonda del sistema, i numeri della crescita economica sono destinati comunque a “occidentalizzarsi”, scendendo verso il 2-3% quando le cose vanno bene. Da qui fino a quando succederà, i dati saranno molto oscillanti, molto volatili per chi capisce che cos’è la volatilità. Pechino ha una lunga strada da percorrere. Deve aumentare la produttività, riformare i mercati finanziari, il mercato del lavoro e quelli fondiari. Ma al di là di tutto deve accettare un dato inevitabile: la Cina rallenterà. Il problema è che quando la Cina rallenta il passo, anche il resto del mondo frena in modo brusco.

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