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Cos’è la speratura e come farla?

Essere o non essere un uovo fertile, questo è il problema.

William Shakespeare spero non si offenderà se ho preso una sua massima per sottolineare uno dei grandi dubbi che attanagliano tutti gli allevatori.

Ogni nuova stagione riproduttiva che veda coronarsi con la nascita tanti pulcini/anatroccoli ha sempre inizio mettendo le uova dentro un’incubatrice o affidandole alle cure di una balia. E non importerà se siamo Siciliani o Lombardi, Trentini o Salentini, Romagnoli o Campani, il dubbio che ci colpirà che ci attanaglierà fin dal minuto successivo sarà sempre: ma quante di queste uova sono fertili? E quante si schiuderanno?

Partiamo dall’inizio: per riconoscere un uovo fertile ci sono due metodi, il primo prevede la rottura del guscio in prossimità della camera d’aria (polo ottuso) e andare alla ricerca del “Blastoderma” che altro non è che un piccolissimo disco bianco presente sul tuorlo. Sarà necessario avere l’occhio allenato per riconoscerlo e soprattutto quell’uovo non sarà più impiegabile a fini riproduttivi ma solo per la pasta o altre prelibatezze.

Se invece non vogliamo comprometterlo dovremo fare la “Speratura”.

Che cosa significa fare la speratura? La speratura è un processo che permette di vedere non solo se l’uovo è fertile ma anche lo stadio di crescita raggiunto dall’embrione. E come fare la speratura? Il principio è molto semplice: tramite una torcia abbastanza potente o ancora meglio tramite “uno speratore” si colpisce l’uovo con un fascio di luce, avendo cura di trovarsi in una stanza buia. L’uovo si illuminerà e ci permetterà di vedere al suo interno se si è sviluppato l’embrione. Se purtroppo l’uovo non fosse stato fecondato apparirebbe a tinta unita gialla e al suo interno non vedremmo assolutamente nulla, ne puntini ne reticoli o anelli.

Quando fare la speratura delle uova? In teoria è possibile fare la speratura delle uova già a partire dal terzo giorno di incubazione ma risulta molto difficile vedere l’embrione e perciò noi vi consigliamo di aspettare fino al settimo giorno (decimo in caso di oche o uova di Marans, Legbar e Araucana), perché l’embrione, se presente, avrà già sviluppato una discreta quantità di vasi sanguigni ben visibili anche per profani. Ovviamente più si aspetta più sarà facile vedere se le uova sono state fecondate  poiché l’embrione aumenterà sempre più di dimensioni, di contro tardare troppo comporterebbe un gravissimo problema sanitario: le uova chiare o quelle in cui l’embrione è deceduto sono un terreno fertile per i microrganismi che vi si possono sviluppare e da li attaccare anche gli embrioni sani in via di sviluppo. E’ quindi imperativo allontanare le uova non feconde e quelle in cui l’embrione è venuto a mancare. Consigliamo inoltre di ripetere il procedimento della speratura anche al terz’ultimo giorno dell’incubazione, prima di mettere in schiusa.

Riccardo Cellini                                                              www.avicoliornamentali.it

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