Ancora una volta sotto le parole”sostegno alla natalità” si introducono norme che minano la libertà di scelta, il diritto alla salute, la laicità delle istituzioni e la qualità del servizio sanitario pubblico – dichiara la deputata del Movimento 5 stelle Gilda Sportiello.
La salute riproduttiva e l’autodeterminazione delle persone non possono essere sacrificate sull’altare della propaganda e del consenso, devono restare diritti inalienabili.
Diritti che – aggiunge il consigliere regionale del M5S Valerio Novelli – non possono essere scalfiti e il cui rispetto dovrebbe essere prioritario per lo Stato che dovrebbe arginare derive ideologiche e non spalancare le porte del servizio sanitario laico e pubblico ad associazioni antigenere ed antiabortiste.
Ed è per questo che ho presentato- continua Sportiello – un’interrogazione parlamentare indirizzata alla Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità e al Ministro della Salute per chiedere chiarimenti e iniziative urgenti in merito alla proposta di legge regionale del Lazio “Interventi a favore della famiglia, della natalità e della crescita demografica”, approvata dalla Giunta regionale il 14 maggio 2025 e incardinata in Consiglio regionale il 30 settembre scorso. Con poche speranze, ho chiesto ai Ministri competenti se intendano intervenire per salvaguardare le prerogative dello Stato e del Servizio Sanitario Nazionale, garantendo il rispetto dei principi costituzionali di laicità, universalità dell’assistenza e tutela della salute. La proposta di legge introduce una serie di norme che rischiano di compromettere diritti fondamentali riconosciuti non solo dalla Costituzione, ma anche da leggi dello stato come la legge 194/78 e la legge 405/75 istituiva dei consultori nel nostro paese, consultori che avrebbero bisogno dell’attenzione e dell’impegno della giunta regionale invece di essere oggetto del continuo indebolimento. Dalla proposta di legge regionale si evince una tutela regressiva e inedita del nascituro “dal concepimento al parto”, un vero e proprio attacco all’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, un rafforzamento della presenza di associazioni anti-scelta e antiabortiste all’interno delle strutture sanitarie pubbliche. Si rileva inoltre anche l’allargamento della pratica del consenso informato, attualmente in discussione alla Camera, alle attività scolastiche, un progressivo trasferimento di funzioni pubbliche a soggetti privati attraverso i cosiddetti Centri per la famiglia e una confusione di ruoli tra operatori pubblici e privati nell’erogazione di prestazioni sanitarie e socio-sanitarie.
Questa proposta di legge – aggiunge Novelli – rappresenta un pericoloso passo indietro per i diritti e la laicità delle istituzioni. Dietro la facciata del sostegno alla famiglia, e non alle famiglie, rischia di limitare l’autonomia delle persone e mette in discussione i servizi pubblici e il ruolo dello Stato. Rifiutiamo con forza ogni iniziativa volta a ridurre l’autodeterminazione e le tutele fondamentali . Useremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per fermare questo ennesimo tentativo di colpire diritti fondamentali come il diritto alla salute e quello all’autodeterminazione.